AS ROMA NEWS DE ROSSI TOTTI BUFFON – Gianluigi Buffon, ex portiere della Juventus e della Nazionale, ha parlato ai microfoni di Radio Romanista e si è soffermato sul suo rapporto con Francesco Totti e Daniele De Rossi.

Si ricorderà sicuramente di quel pomeriggio, una delle prime sfide con Francesco, anche se già vi eravate incontrati nelle varie sfide nelle giovanili, oltre ad aver giocato insieme in nazionale. Su quel pallonetto avete avuto modo di scherzare tante volte anche pubblicamente.
“Quel gol me lo ricordo come se fosse ieri, perché nella carriera di ognuno di noi, come nella vita, ci sono delle immagini e delle situazioni che vedi sempre in maniera nitida. Me lo ricordo perché venimmo a Roma e pareggiamo 2-2 ma cominciammo male nel primo tempo, andando sotto 2-0. C’è stato anche un momento in cui ho pensato che sarebbe finita in goleada. Il primo dei due gol lo fece Francesco, su errore d’impostazione di Thuram, Paulo Sergio intercettò il pallone e lo mise con i giri contati in profondità a Totti. Lui in velocità, quando era giovane aveva uno spunto fisico non indifferente, riuscì a superare Apolloni e Sensini. Quindi ho in mente quest’immagine con lui che si ritrova al limite dell’area e io che ero uscito dai pali per accorciare un po’ ma Francesco ebbe la bravura, la lucidità, la scaltrezza e anche l’arroganza di provare ad uccellarmi con un cucchiaio di sinistro in corsa che gli riuscì benissimo. Mentre vidi che stava tentando quella giocata, pensai che non mi avrebbe mai battuto, perché era in corsa e per fare una cosa del genere devi avere una grande sensibilità e una qualità particolare. Quindi, io feci due errori: la posizione e pensare che potesse sbagliare”.

Tempo fa ha dichiarato: “Totti ha fatto tantissimi gol in carriera, non dico che mi abbia fatto piacere prenderli, però alcuni se li avessi parati avrei rovinato un capolavoro”. Francesco le ha segnato 11 volte in 28 partite Quali di questi, ritiene tra i più belli?
“Me ne ricordo uno recente nel 2013. La Roma era in crisi di risultati, c’era un clima di contestazione, noi invece eravamo primi in classifica. Arrivammo un po’ scarichi ma soprattutto superficiali e presuntuosi mentre le partite a Roma non si possono mai sottovalutare e infatti nonostante i giallorossi fossero in grande difficoltà, riuscirono a tenerci sullo 0-0 fino a venti minuti dalla fine. Dopodiché ci fu un corner, la palla rimbalzò quattro o cinque metri fuori dall’area e arrivò sul destro di Totti che calciò come sa calciare solo lui, di esterno o collo esterno non ho ancora capito come faccia, mi tirò comunque una caracca al volo e penso di essermi tuffato solo per far vedere che ci vedevo ancora (ride, ndr) […]”.

E poi ovviamente devo citare Roma-Parma del 2001: quella credo che in quanto a ricordi per Francesco sia un qualcosa di indelebile. Il gol che mi fece quel giorno era imparabile ma semmai mi fossi trovato sulla traiettoria sarebbe stato un peccato rovinargli un sigillo simile in una giornata del genere”. Quel giorno a te e Cannavaro i tifosi giallorossi dedicarono anche dei cori, chiedendovi di venire a giocare nella Roma. Totti ha rivelato più volte di avervi corteggiato in tal senso. Sono state solo battute di Francesco oppure una vera possibilità c’è stata?
“Quell’anno mi trasferii alla Juventus, che tra l’altro si palesò a giugno, quindi più tardi rispetto ad altre società. Qualche mese prima il mio procuratore andò a parlare a Barcellona mentre agli inizi di maggio, a casa mia a Parma, venne a trovarmi Franco Baldini, in quel momento direttore sportivo della Roma con cui parlai dei possibili programmi futuri giallorossi. A me piaceva l’idea di giocare con il mio amico Totti, ero giovane e mi affascinava una piazza con quei picchi di entusiasmo, quindi la possibilità c’è stata. Così come c’è stata più recentemente, nel 2011, quando alla Juventus arrivò Antonio Conte che impose però la mia permanenza. Senza il suo arrivo e soprattutto senza quel veto, il mio trasferimento alla Roma stava diventando un’occasione concreta. Quindi qualche opportunità c’è stata ma alla fine è andata così, è stato bello e credo giusto così”.

Mondiale 2006: che percezioni avevate delle condizioni di Totti quando venne in ritiro con voi? Un ricordo anche su quel rigore all’Australia che tu preferisti non guardare. 
“La presenza di Francesco in quel mondiale è stato un miracolo voluto da lui che è un professionista con una tenacia incredibile e da una persona che gli ha dato una fiducia unica, ovvero Marcello Lippi. Noi non potevamo pensare che giocasse in maniera brillante, altrimenti sarebbe stato un marziano, però sapevamo che avrebbe sempre mantenuto due peculiarità fondamentali: la capacità di prendersi forti responsabilità come quel rigore e il fatto che nonostante la sua limitazione fisica, con le sue qualità tecniche riusciva comunque a fare la differenza, condizionando sempre gli allenatori avversari. Perché alla fine le squadre avversarie si disponevano in campo a seconda della sua presenza in campo e noi questo lo abbiamo saputo sfruttare”.

Ci spieghi meglio l’aneddoto che raccontasti in una vecchia intervista risalente ai tempi dell’Under 21? Prendi un gol in pallonetto e mentre la palla sta entrando in porta senti Totti che in romano ti prende in giro.
“Questo è uno degli episodi più esilaranti che mi siano mai accaduti nel calcio perché si verificò in una gara ufficiale e durante un momento di sofferenza visto che prendemmo un gol del pareggio a pochi minuti dalla fine ma nonostante questo, l’umorismo di Francesco e la sua voglia di essere irriverente e dissacrante anche in queste situazioni è davvero unica. Noi stavamo giocando contro la Polonia ed eravamo in superiorità numerica di due uomini e quindi anche per questo avevamo iniziato a sottovalutare gli ultimi minuti della gara. Purtroppo però ci fu un contropiede, uno dei loro attaccanti provò un tiro in porta che avrei sicuramente parato se sulla traiettoria non si fosse buttato Nesta, la palla gli finì sulla coscia e si impennò molto rapidamente. Accorgendomi di questa deviazione ero già conscio che non avrei potuto farci niente. Tuttavia in queste situazioni ti tuffi lo stesso perché alle volte un portiere riesce a fare una parata anche senza accorgersene, solo che mentre ero in volo, sentii uno urlare in romano “Naa guardà, naa guardà”. Una volta a terra, mi accorsi  che era successo davvero: avevo preso un gol in quel modo e mentre la palla entrava c’era stato uno che mi sfotteva così. E guardando su chi fosse presente fuori area mi accorsi che c’era Francesco e quindi senza che nessuno me lo dicesse avevo già capito chi fosse l’autore di quella battuta. Francesco è così, ti guarda sempre con uno sguardo sornione, con quel mezzo sorriso, ti fa l’occhietto e capisci che la cagata l’ha fatta lui (ride ndr). Questo è il suo modo unico di rapportarsi con noi”.

Nel ringraziarla, se la sente di mandare un in bocca al lupo a Daniele De Rossi?
“Con Lele ci sentiamo cinque o sei volte l’anno, gli ho già fatto un grande in bocca al lupo, ho già avuto modo di dire alla “Gazzetta dello Sport”, che non ci fosse uomo e professionista migliore per prendere le redini della Roma adesso e magari anche per il futuro, soprattutto dopo l’addio di Mourinho credo che la scelta da prendere fosse solo una ed è stata fatta. Inoltre, anche per quello che sta facendo vedere in queste partite, si sta giocando tanto ma credo che abbia tante frecce nel suo arco per giocarsela al meglio”.

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