AS ROMA NEWS INTER BOVE – La costruzione di una squadra, o in questo la ricostruzione, passa dall’insegnamento e poi dal consolidamento dei princìpi che un allenatore intende adottare. In meno di un mese dall’arrivo di Daniele De Rossi al posto di Mourinho, la Roma in questo senso ha fatto già passi da gigante, scrive La Gazzetta dello Sport.
DDR ha trasformato una formazione speculativa, abituata al duello individuale e all’aggressività, di grande compattezza difensiva ma con limitate opzioni offensive, in una squadra di palleggio, che mette in relazione tecnica i suoi giocatori migliori avvicinandoli uno all’altro. La nuova Roma ha ottenuto tre vittorie consecutive sempre con la stessa proposta di gioco, e quasi sempre con gli stessi uomini. Facile immaginare che DDR voglia proseguire sulla stessa strada.
Però, c’è un però. Finora i giallorossi hanno affrontato, dominato a lungo e battuto tre avversarie di basso cabotaggio come Verona, Salernitana e Cagliari. Peraltro in crescendo: un’ora buona e poi sofferenza con l’Hellas, un controllo più ampio all’Arechi e un assolo pieno di gol contro i sardi di Ranieri. Stavolta invece c’è l’Inter, ed è tutta un’altra storia.
Non è detto che debba essere anche un’altra Roma. Il confronto con una squadra evoluta, pericolosa e ricca di soluzioni come quella di Simone Inzaghi può rappresentare una sorta di “crash test” che in qualche modo valuterà i progressi nel processo di crescita della DDRoma.
“Giochiamo come sappiamo e come abbiamo imparato a fare e vediamo a che punto siamo”, potrebbe essere il ragionevole pensiero dello staff giallorosso. Dunque avanti con l’impianto conosciuto e con gli uomini che in esso si sono dimostrati finora a proprio agio. Ma De Rossi è un uomo, oltre che un allenatore, intelligente. E sa che potrebbe essere rischioso, e magari pure troppo ambizioso, sfidare l’Inter con leggerezza. Non è esclusa dunque qualche variazione.
La più vociferata è il possibile inserimento di Bove al posto di El Shaarawy, ma in mediana, con Pellegrini più “alto”. Così il centrocampo avrebbe senz’altro più capacità di interdizione: Edo si metterebbe sulle tracce di Barella e magari potrebbe anche andare a ringhiare su Calha a inizio azione. Compito che non può essere affidato a Dybala: De Rossi ha alleggerito i compiti difensivi della Joya ma dovrà comunque spendere energie perché dalla sua parte l’Inter spinge con Bastoni e Dimarco.
In realtà avrebbe più senso sacrificare Pellegrini, lasciando El Shaarawy più da corsa. Ma è impossibile lasciare fuori il capitano, che per la prima volta ha segnato per tre partite consecutive e sembra rinato. Il 7 giallorosso starebbe a sinistra nel tridente in una posizione che ha ricoperto in Nazionale con Mancini: lì stringeva sulla trequarti lasciando l’ampiezza a un terzino di spinta, cosa che la Roma fa dall’altra parte, dove Dybala si accentra e lascia la fascia alla spinta di Karsdorp.
Niente impedisce a De Rossi di ribaltare il campo: Angelino largo e alto a sinistra, Dybala all’ala destra per tenere basso il “quinto nerazzurro” con Karsdorp più bloccato e l’aggiunta di Cristante nel mezzo spazio di destra, Bove e Paredes a protezione. Vero che l’Inter fa male quando attacca perché sa muovere gli avversari, ma va in difficoltà soprattutto se attaccata in rapidità e verticalità. Cose che la Roma di De Rossi ha già imparato a fare molto bene.
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